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Pellizza da Volpedo, Giuseppe.

Pittore italiano. Frequentò l'Accademia di Brera, dove studiò pittura con P. Sanquirico. Passò in seguito all'accademia di Bergamo, essendo avviato da C. Tallone allo stile verista. Nel 1887 soggiornò per qualche mese a Firenze, dove conobbe P. Nomellini, esponente di spicco dello stile macchiaiolo, prima, e poi del Divisionismo. Fino al 1897 la pittura di P., privilegiando nature morte e ritratti, rimase fortemente legata all'estetica macchiaiola. L'adesione di P. al Divisionismo fu dovuta soprattutto all'influenza esercitata dall'amico A. Morbelli, uno dei primi pittori milanesi ad adottare questa tecnica. La svolta stilistica fu segnata da Fienile (1894) che, esposto a Milano nel 1898, suscitò grande clamore. All'accostamento al Divisionismo si accompagnò la scelta di nuovi soggetti: la lettura di Labriola, Morris, Tolstoj, Engels lo convinse, infatti, della necessità di un'arte impegnata dal punto di vista sociale, portatrice di un messaggio umanitario e populista. Culmine di questa rinnovata ispirazione fu il celebre Quarto Stato (1901), cui il pittore lavorò, con una serie di bozzetti e disegni, fin dal 1896. Sotto l'influsso dei letterati fiorentini riunitisi intorno alla rivista "Il Marzocco", P. si accostò in seguito all'estetica simbolista, alternando a opere rigorosamente divisionistiche, altre del tutto svincolate da schemi stilistici. Morì suicida. Fra le altre sue opere ricordiamo: Mammine (1892), La processione (1894-95), Speranze deluse (1894), L'annegato (1894), Panni al sole (1905) (Volpedo, Alessandria 1868-1907).